lunedì 2 luglio 2007

andiamo al cinema?


....è stata l'idea che mi è venuta in mente verso le 21.30.
via belle arti - Ilary non viene spesso a Bologna, in più lei studia ad Urbino e presto si trasferirà in Francia.Tornare a casa dopo cena mi pare abbastanza bruttino.
Lei mi chiede se ci sono cinema che trasmettono film in lingua originale, così penso subito al lumiere.
Poco dopo mi correggo, pensando che le nostre gambe stanche mai e poi mai ce la farebbero a raggiungerlo, cosi optiamo per il rialto.
Arriviamo senza conoscere i film in proiezione, di fatti ne troviamo due dei quali non ne avevamo sentito parlare.
XXY però ci incuriosisce, quindi lo scegliamo!
Proviamo a leggere velocemente la recensione, ma anche con questa non capiamo precisamente di cosa possa trattare...(ehm...forse io si =) )

...si spengono le luci...

Alex ha occhi azzurri, corpo asciutto, viso scavato e sedici anni.
Trascorre il tempo nella sua stanza con cassetti privi di sogni e strabordanti di pastiglie.
Non si capisce il motivo della sua angoscia, rabbia, e dolore misto sofferenza.
Nemmeno Alex lo capisce.
Poco dopo la sua nascita la famiglia lascia Buenos Aires e si trasferisce sulla costa dell'Uruguay, forse per nascondere, forse per vivere.
Alex è un ermafrodita.
La madre contatta un amico chirurgo, per un eventuale operazione, un definitivo cambio di sesso.
Il padre si oppone, nonostante le sue incertezze.
...solo Alex può scegliere il suo corpo...

Questo film di
Lucía Puenzo è stato vincitore a Cannes della ‘Settimana della Critica’, del Prix du Jeunesse e del Rail d'Or, malgrado il titolo giudicato da molti fuorviante.
XXY infatti, indica un disordine genetico, la sindrome di Klinefelter, che non è affatto inerente all'ermafroditsmo, in quanto colpisce solo i neonati maschi.

Nonostante questo errore decisionale ho gradito il lungometraggio.
Negli ultimi tempi sembra che la presenza di personaggi omosessuali in film di basso rilievo possano aumentare l'audience, trattando così temi importati con una leggerezza ingiustificabile.

Questa volta, si è invece toccato un tema che non viene trattato spesso, e nella sfera cinematografica attuale è quasi assente, se non in rari documentari.

Ricordo appunto di aver visto al Nitrate Bodies, (organizzato da arcilesbica Bologna) , Black and White
di Kirsty MacDonald (Nuova Zelanda, 2006, DVD, 17’, col.), e la cosa mi ha lasciata veramente stupida in positivo.

In entrambi i casi si parla di un emarginazione causata dalla scelta di un sesso, a sua volta dettata da una "conformità sessuale" che sembra essere un requisito esseziale.Ma chi lo impone?

Anni fà sui corpi di neonati ermafroditi venivano effettuate operazioni, eliminando l'organo genitale meno sviluppato, pensando di migliorare la futura vita di questa persona, ma in particolare pensado di scegliere il genere sessuale giusto.
Cosa ben ovvia nelle maggior parte dei casi non solo si effettuarono gravi sbagli, ma vennero causati dei danni irreparabili per una eventuale transizione, quella GIUSTA !

Vorrei ricorare David Reimer, che a seguito di un incidente avvenuto nel corso della sua circoncisione, venne cresciuto come femmina, sulla base della teoria secondo la quale alla nascita la nostra mente sarebbe di "genere neutro", e potrebbe dunque essere plasmata indifferentemente al maschile o femminile.(as nature made him)
David su suicid all'età di 38 anni, l'11/5/2004.

"tornato indietro, avevo due problemi per le mani, non solo uno, per colpa del loro tentativo di farmi il lavaggio del cervello per convincermi ad accettarmi come femmina"
David Reimer




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